
CAMPAGNA
Tra i battiti di palpebre
si alternano un pittore ed un fotografo.
Ognuno ci mette del proprio.
Il pittore delimita con toni delicati il verde del bosco,
omette cartelli stradali e pali della luce,
dirada le geometriche file di lussureggianti vigneti.
Alla volta del fotografo questi ghermisce ogni dettaglio
e cerca evitare le luci riflesse,
proprio l’opposto del pittore.
Interviene un terzo osservatore, acquisisce immagini mentali
dei due artisti, le mescola e come un baro al tavolo da poker,
sfodera la carta vincente, l’asso pigliatutto,
il ritocco digitale-mentale.
Con cancellini multicolori, tinteggia, sovrappone immagini,
per ottenere una terza, una quarta immagine,
inserisce oggetti, decori.
La sua opera è immaginifica,
cresce ad ogni battito di palpebre
come il capolavoro dell’artista.
E’ il parossismo.
Un brivido di bello corre lungo la schiena,
quando l’immaginato è perfetto.
Egli chiude gli occhi.
Le molteplici immagini ruotano veloci,
come dentro ad un giroscopio.
Deve scegliere la migliore, oppure
soltanto l’imbrunire
sulla campagna toscana
che vorrà ricordare.
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