FESTA


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FESTA

Quando penso ad una festa, la mia mente evoca momenti spensierati, relax o comunque momenti felici.
L’origine della festa ha radici storiche, la si faceva coincidere con i momenti di riposo o comunque non di lavoro.
Negli ultimi anni è diminuito molto in Italia il numero delle persone che lavorano, e le feste hanno subito un calo di presenze dovuto principalmente al calo della qualità dei contenuti delle feste.
Gli organizzatori, gli enti pubblici o privati hanno destinato minori risorse agli eventi e ne sono risultati spesso dei fallimenti rispetto alle aspettative.
Dal mese di Maggio fino a Settembre di ogni anno in moltissimi paesi si susseguono feste, sagre, mercatini cene in piazza, e se le feste non esistono.. si inventano e….. perché ??
Sono a qui a discernere, rievocare le ragioni della spinta a far festa.
In fondo se non è un giorno di lavoro, se voglio stare insieme ai miei compaesani, se mi voglio divertire, se voglio condividere la gioia di far festa, allora magari partecipano anche turisti stranieri o italiani.
Cosa succede ?
La festa diventa un luogo di incontro di persone con attività diverse.
Si riscoprono i vecchi lavori, gli lavori artigianali e i saperi vengono condivisi.
Ho visto tante feste cominciate per caso…..non finiscono il primo anno !
Se piacciono l’anno successivo vengono rifatte , e anche migliori di prima.
L’anno successivo gli inventori apportano migliorie e se ci sono errori organizzativi vengono risolti.
E una festa può diventare un lavoro !
Per gli organizzatori è abbastanza gravoso pensare a tutto, alla sicurezza, i parcheggi, la pubblicità, i rapporti con i commercianti, le autorizzazioni, il traffico, ma soprattutto combattere con gli ostili al nuovo ed al cambiamento.
Ecco che giovani eclettici, pensionati eruditi, storici appassionati, si tuffano nel passato, analizzano la storia del proprio paese, la passano a setaccio.
La ricerca ha effetti straordinari, si ritrovano feste di centinaia di anni fa e….vengono fatte rivivere, oppure si modificano e reinventano feste del passato, ci si inventa un palio che non esisteva, o si fanno correre le le rane o i ciuchi, o galline e soprattutto i ragazzi si divertono.
Come partono queste iniziative ?
Nei modi più strani, basta un componente della p.a., un comitato di cittadini, o di genitori, associazioni culturali, sportive, religiose, oppure pescatori o cacciatori.
Ricette per una bella festa ce ne sono a volontà.
Possono essere personalizzate da chi le organizza.
Uno degli ingredienti essenziali è la condivisione.
Mi è capitato di osservare feste organizzate da qualcuno e snobbate dal compaesano magari perché di idee politiche o religiose diverse.
La festa è l’espressione di quel che siamo; l’entusiasmo con il quale riusciamo ad organizzarle ne aumenterà la condivisione.
Ho partecipato a cene all’interno di sagre dove il numero dei posti a sedere del ristorante era superiore al numero degli abitanti del paese e vi garantisco che non c’erano ristoratori esterni.
I costi delle sagre paesane sono abbastanza contenuti, alimentano il turismo e comunque la percezione di felicità aumenta la qualità della vita del paese stesso.

E allora….. facciamoci una festa !

SAPORI E RICORDI


sapori

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SAPORI E RICORDI

Uno dei cinque sensi è il gusto.
Ne scopriamo la sua essenza fin da piccoli.
Le emozioni ci accompagnano nel viaggio esplorativo dei nuovi sapori.
Fin quasi a 10 anni della mia vita ho limitato l’assunzione dei cibi nella varietà.
Riso, arance e patate erano i soli alimenti della mia dieta, nient’altro.
Da quel momento in poi è iniziata l’esplorazione, non si è fermata più.
Dopo ho assaggiato tutto quello che mi è capitato.
Nei miei viaggi all’estero ad esempio assaggio tutte le cose più strane.
La mia idea è :
– se loro lo mangiano, non può farmi male, quindi… provo ! –
Ancora oggi mi chiedo quale evento può aver stoppato il desiderio di conoscere.
Di sicuro l’ho rimosso.
Nel mio cammino lo considero ora solo un momento necessario della mia crescita.
Rappresenta il passato.
I sapori e le emozioni sono il mio cibo quotidiano.
Ne sto godendo al presente.
Farò di tutto per amplificare e prolungare questa sensazione.

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Roberto

FINANZA SOCIALE


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Rif : img : http://www.west-info.eu/it/premio-giornalistico-finanza-per-il-sociale/

FINANZA SOCIALE

L’idea di scrivere questo articolo è nata dall’acqua e come l’uomo la gestisce.
Ho trovato poi delle similitudini con il denaro.
Ci sono luoghi comuni e idee sulla gestione dei beni a disposizione dell’umanità e che si estendono anche a quelli inventati dall’uomo.
Il luogo comune ad esempio del livello medio dell’acqua nei fiumi.
La credenza è che il livello si sia abbassato perché l’uomo ne ha utilizzata molta e c’è carenza di acqua. Falso ! O meglio …non esatto !
In questo modo si potrebbe far credere che l’acqua è stata consumata e il livello non si rialzerà più.
Non è esattamente così.
L’acqua c’è, la quantità che si vede è minore per il semplice fatto che … è stata imprigionata nei tubi. La somma di tutte le canalizzazioni, acquedotti ecc. assomma a quantità enormi, difficilmente misurabili.
Quindi l’acqua c’è, ma non è più accessibile.
Tutte le volte che l’uomo ha una carenza di un materiale si dovrebbe domandare come questo è stato gestito.
Per il denaro sta succedendo la stessa cosa.
I nostri nonni tenevano il “gruzzolo” sotto un mattone o cucito in un materasso, spesso non si fidavano nemmeno delle banche.
C’erano pochi soldi, ma se ce n’erano, un solo luogo dove trovarli ; era facile.
I luoghi sono aumentati, e quindi carte di credito ricaricabili, crediti telefonici, conti correnti, c/c postali e dossier titoli con dentro fondi, gestioni patrimoniali, sicav, poi chi crede di capire qualcosa in finanza si avventura in acquisti di azioni estere, covered warrant, obbligazioni corporate, bond, emessi in euro o valute estere.
Il denaro c’è, ma si sparge a macchia d’olio, da un lato si riduce il rischio che qualcuno ci sottragga il gruzzolo, dall’altro è abbastanza complicato tenerlo sotto controllo.
Ecco che siamo arrivati alla frutta, le banche ormai tendono a zero la remunerazione del c/c. Se negli anni 70 potevano lucrare sul differenziale di tutto rispetto tra il denaro in deposito e quello prestato, ora la forbice si è ridotta di molto. In Giappone questo succede da decenni.
Cosa si sta sviluppando anche in Italia ?
La finanza sociale, vorrei definirla Etica, ma le etichette mi piacciono poco. Bisognerebbe prima definire cosa è etico. Mi permetto di illustrarvi una rapida carrellata storica.
Un personaggio famoso è Muhammad Yunus con tanto di premio nobel riconosciuto nel 2006 per la creazione di un sistema di microcredito e per la fondazione della Grameen Bank nel 1976.
Lessi un libro di Junus molti anni fa, c’era il racconto della Grameen Bank con una situazione di estrema povertà in India. Il modello si diffuse poi in almeno 20 paesi in via di sviluppo.
Di sicuro quello fu un modo per far ripartire certe attività.
Il microcredito potrebbe diventare una modalità per favorire sviluppo o limitare le sacche di povertà che si diffondono sempre di più anche nel nostro paese.
Chi non ha accesso alla Banche, chi è costretto a ricorrere alla malavita organizzata o agli strozzini.
Più di recente mi sono capitati libri di Fatema Mernissi che raccontano di una gioventù marocchina che non va in depressione, naviga nel tempo e dal passato prende ciò che è necessario per inventarsi un futuro. In questa società il microcredito è diffuso e la “rete” funziona e dà sostegno a chi ne ha bisogno.
Capita anche da noi che persone necessitino per brevi periodi di piccole somme anche solo per riparare l’auto, o lavori straordinari alla propria casa.
Non dovrebbe sussistere vergogna per un cittadino italiano nel prestare denaro a chi ne ha bisogno usando i canali del microcredito. Non dovrebbe essere vergogna chiederlo per coloro che ne hanno bisogno.
Certe volte è dura ripartire da zero, ma diciamoci anche solo per farci un po’ di coraggio che allora potremo ripartire da TRE !
In rete per chi volesse approfondire queste le realtà che “sembrano” più conosciute dai motori di ricerca.
– Magverona (Mutua Autogestione)
– Etimos Foundation (altra realtà etica con attività in Italia a partire dal terremoto in Abruzzo)
– Banca Popolare Etica (nata dopo l’esperienza dei Mag)
Questi canali di microcredito non sono abbastanza diffusi, forse poco conosciuti. Forse manca solo un po’ di informazione.
Se riuscissero a diffondersi, occorre siano accompagnati da una sorta di certificazione che ne attesti l’estremo valore sociale. Chi li distribuisce e anche chi li userà sarà quindi consapevole della sua grandissima utilità sociale.