L’amore al tempo del co-vid 19
Marcello, dice Carla al giovane marito, hai visto che bella fioritura al nespolo di fronte casa nostra!?
E che profumo quando ci passo davanti! Non era mai stato così fiorito.
Cara, lo sai cosa significa?
No, risponde Carla un poco turbata e attende la spiegazione dell’agronomo in silenzio.
Ogni albero, inizia Marcello è come se fosse un membro di una comunità e quando gli viene a mancare quella forza vitale che l’ha fatto crescere cerca di lasciare tracce di sé nel mondo e prepara una grande quantità di semi affinché la specie possa continuare.
Una fioritura fuori del normale è uno sforzo enorme e annuncia la sua fine. Tra non molto il nespolo morirà.
Ma cosa dici Marcello? Esclama Carla. Tutto questo è molto triste!
No, non è triste, è bellissimo, è la vita. La vita ci dà dei segnali e noi dobbiamo coglierli, sussurra Marcello, come volesse tenere al sicuro quella affermazione.
Ma cosa dovremmo fare? Chiese Carla. Oggi non lavoro per via del Coronavirus e mi sono messa alla finestra ad osservare la natura. Cerco solo di godere della bellezza delle cose intorno a noi e tu mi parli di queste cose tristi, degli alberi che muoiono, io non sono esperta come te nelle piante.
No, disse Marcello non devi essere triste per le cose che ti ho detto riguardo a quell’albero, devi sapere che a differenza della comunità delle piante noi umani siamo proiettati nel tentativo di prolungare la nostra vita di individui, più che quella della nostra specie. Con questo coronavirus abbiamo visto la paura del contagio trasformarsi in angoscia mista a paura di morire, è veramente troppo.
Carla è infastidita da quelle parole di Marcello e chiede, come dovremmo comportarci? Stiamo seguendo le indicazioni di sicurezza, cosa possiamo fare di più?
Marcello non si scompone e fa un raffronto con la peste nera del 1348 quando nel continente europeo morì un terzo della popolazione. Si trattava di un batterio trasmesso attraverso i topi, anche quella volta arrivato dalla Cina attraverso la Siria, ma cosa importa?
A quei tempi la vita media era poco più di trenta anni, ed era normale avere da sette a dieci figli; servivano molte braccia per il duro lavoro dei campi. Quella fu una vera pandemia e gli effetti durarono per molti anni nel mondo.
Carla dopo una breve riflessione aggiunge che nel dopoguerra il boom economico ha contribuito all’innalzamento del benessere e con i progressi della scienza si è allungata anche la vita media delle persone.
Marcello incalza: lo sapevi che i miei genitori sono nati l’anno successivo alla chiusura delle case di tolleranza? Quell’anno ci fu un vero e proprio incremento delle nascite.
Carla ridendo, allora certe volte siamo anche noi come le piante che pensano alla continuazione della specie!
Marcello gongola, è qui dove ti volevo far arrivare, vedi ci sono situazioni base contenute ad esempio negli insegnamenti religiosi, come quello di “andate e moltiplicatevi”, ma di queste cose nessuno ne parla. Ti faccio un esempio, nello stato italiano si verifica da tempo una forte evasione fiscale e quali sono i provvedimenti? Ce n’è stato uno carino, una pubblicità per incoraggiare i cittadini a pagare le tasse, ma non ti pare un po’ poco? Chi ci guida ha timore a prendere posizioni decise, forse dovremmo prenderle noi, per quello che possiamo.
Allora te lo dico da marito e uomo di casa, andiamo in camera, senza precauzioni, questo tempo non tornerà.
Carla si scioglie in un abbraccio senza tempo.