Idee


Idee

Quando si parla di pianificare il proprio futuro, occorre mettere in azione il cervello, ma forse non solo quello, per ottenere un buon risultato.

Mi viene in aiuto un passaggio di un dialogo di Carl Gustav Jung con il capo indiano Ochwìa Biano (Lago di Montagna)

“Vedi” diceva Ochwìa Biano “quanto appaiono crudeli i bianchi. Le loro labbra sono sottili, i loro nasi affilati, le loro facce solcate e alterate da rughe. I loro occhi hanno uno sguardo fisso, come se stessero sempre cercando qualcosa.

Che cosa cercano? I bianchi vogliono sempre qualche cosa, sono sempre scontenti e irrequieti. Noi non sappiamo cosa vogliono. Non li capiamo. Pensiamo che siano pazzi.”Gli chiesi perché pensasse che i bianchi fossero tutti pazzi. “Dicono di pensare con la testa” rispose.”Ma certamente. Tu con che cosa pensi?” gli chiesi sorpreso. “Noi pensiamo qui”, disse, indicando il cuore.

 

Ecco un articolo di un blogger che sembra proprio scritto con il cuore. Volevo ri-bloggarlo, ma nel suo sito web non c’è il pulsante per ri-bloggare. Nessuno nasce imparato. Mi sono preso la libertà di copiarlo lasciando i riferimenti della data di pubblicazione.

dal sito web : http://andreacerrato.blog/

l turismo non è per tutti

di Andrea Cerrato | 26 Marzo 2020

Da alcuni anni ormai ho la fortuna di fare molta formazione agli operatori della filiera turistica, agli studenti che vedono nel turismo il proprio futuro, a chi ricerca una nuova opportunità. Con modalità chiaramente diverse, ma a tutti si cerca di trasmettere oltre che l’esperienza soprattutto la passione che occorre avere per un settore estremamente coinvolgente che fa del dinamismo la caratteristica principale.

Un settore in continua trasformazione e che richiede pertanto un continuo studio dei nuovi trend (e megatrend) e di ricerca dei gusti che il cliente/consumatore muta con il cambiare delle mode, dell’età, della cultura e di molte altre variabili.

Il turismo non permette errori e se errori si fanno (siamo umani!) sarà sempre più difficile e costoso recuperare. La concorrenza è ormai tale che ogni azione deve essere studiata e pianificata, tutto deve procedere nei tempi e nelle modalità definite da un processo.

Il turismo non si improvvisa, è una scienza a tutti gli effetti.

I viaggi sono e lo saranno sempre di più brevi, frequenti e tematici. Nel breve periodo dovremo inserire anche un quarto aspetto, la prossimità che sarà la vera sfida del dopo covid-19.

Così anche il turista è cambiato, è connesso 24 ore al giorno, sette giorni su sette, è diventato autonomo ed indipendente, esige una gratificazione immediata, ricerca proposte su misura, vuole poter scegliere e non accetta limitazioni. E’ cambiato il modo di viaggiare in seguito allo sviluppo dei voli low cost, all’utilizzo delle nuove tecnologie, si è sempre più alla ricerca di esperienze e alla ricerca di autenticità.

Un particolare approfondimento (ma lo faremo in un altro articolo) riguarda il concetto di accoglienza turistica. Se fino a qualche anno fa l’informazione e l’accoglienza veniva principalmente fornita in loco, al momento dell’arrivo del turista nella destinazione, oggi questa avviene prima, nella fase del dreaming, del planning e del booking, durante, nella fase del living, e anche al termine del soggiorno del turista, nella fase dello sharing.

Solo chi fa un’accoglienza attenta e puntuale si differenzierà dai competitors e riuscirà ad avere successo. Pensiamo al progetto “Curators of Sweden” o KLM Facebook o ancora al servizio concierge di Starwood e molti altri. Il problema in Italia è che ¼ degli operatori non investe in queste azioni e il 64% degli operatori investe al max € 2.500 all’anno.

Quando affrontiamo un nuovo progetto per la creazione di un sistema turistico o per la definizione di una nuova destinazione o di una nuova campagna di comunicazione occorre fare un attento studio della comunità in primis, del mercato che voglio raggiungere e dei competitors.

Proprio la mancanza dello studio della comunità di riferimento è uno degli errori che la maggior parte di noi fa. Non viene considerata o quanto meno non coinvolta.

Troppo spesso il turista viene considerato infatti come “consumatore” e non come persona, da alcuni viene definito anche come un portafoglio con le gambe.

Errore comune, troppo.

Ecco allora che ormai da anni applico, con i colleghi di ISITT – Istituto Italiano Turismo per Tutti, una tecnica tanto semplice quanto innovativa. Abbiamo voluto chiamarla 3E_for all process (ma non ci ricordiamo perché abbiamo utilizzato una sigla inglese!!!)

Le tre E sono quelle di Engagement (coinvolgimento), Experience (esperienza), Enjoyment (apprezzamento). Si basa su altrettanti concetti e teorie non nuove ma che se applicate nel giusto modo e sequenza permettono di creare un processo creativo per prodotti turistici (pt) e prodotti turistici esperienziali (pte) di assoluto gradimento.

Si parte dal concetto di co-desing, un approccio alla progettazione al centro della quale in ogni momento c’è la persona. Si ricerca poi (o si inventa) il fattore wow di un’esperienza ovvero l’elemento si sorpresa, il fattore che ci fa abbandonare la razionalità per trasferirci nella sfera delle emozioni: è lo stupore, la meraviglia.

A questo punto il tutto deve essere filtrato attraverso il concetto di for All.

In chiave turistica nulla di più sbagliato, ma quasi sempre è fatto!, sarebbe una traduzione letteraria dall’inglese.

Il “per tutti” nel turismo non può esistere, tanto più oggi che tutto è personalizzato.

Ecco allora che quel “for All” deve essere tradotto con “per ognuno”.  All’interno del nostro processo significa quindi che ogni nuovo prodotto deve essere pensato con al centro non solo la persona, ma la persona con le proprie esigenze specifiche, tutti noi ne abbiamo.

Allo stesso modo il “turismo for All” non può più essere pensato come il “turismo per la persona con disabilità”. Anche ma non solo.

Il For All è la famiglia numerosa che ha esigenze specifiche, cosi come colui che ha una intolleranza alimentare, è chi va in vacanza con il proprio animale domestico, o chi ha esigenze particolari per cultura, età, religione.

Chiaramente anche colui che ha una disabilità, ma occorre studiare/conoscere il nostro consumatore/turista. Quale tipologia di disabilità? Temporale o permanente? Fisica o psichica?…

Nel turismo occorre porsi molte domande e ad ognuna di essa è d’obbligo darsi una risposta…diversamente si esce dal mercato.

Librerie, tre promesse a noi stessi in vista di una felice overdose


Non è mia abitudine condividere articoli altrui. Lo faccio raramente anche sui social.

Ho letto una condivisione su facebook di questo articolo pubblicata da un’amica, ho pensato di farlo anche io. Oggi ho sentito questo bisogno. L’avevo già fatto in passato. Anche se il mio contributo fosse come una goccia nel tentativo di svuotare il mare di avvilimento che ci circonda, spero tanto se ne affianchino altre.

Passieparole

Perché le tabaccherie aperte e le librerie no? Perché in giro per la città si consegnano le pizze ma non i libri? 

Sono domande che rimugino da un pezzo, depresso per tutto quello che sta succedendo, ovvio, ma preoccupato anche per quello che sta succedendo, che succederà, a quello che considero il mio mondo. Intendo il mondo del libro, abitato da editori coraggiosi, librerie non meno coraggiose, gruppi di lettura e quant’altro.

Mio mondo non lo dico per presunzione e per vanità, lo dico perché questo è un pezzo di buona Italia, perché sono convinto che la cultura fa sempre bene, ma fa ancora meglio nei tempi più duri, perché mi dà ancora calore la frase della Yourcenar – Fondare biblioteche è come costruire ancora granai pubblici, ammassare riserve contro un inverno dello spirito – e alla parola biblioteca sostituisco facilmente ogni libreria, anche domestica, mentre l’inverno dello spirito…

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Orto nel campo


Sottotitolo: “più frittata per tutti!” Oggi è una giornata speciale: ho raccolto i miei primi 3 kg di zucchine. Mi sento come Paperon de Paperoni quando nel Kloendike scavava con le unghie la sua prima tonnellata d’oro. E ieri è stato altrettanto speciale perchè ho ricevuto l’ispezione dell’amico Roberto Francalanci, maestro di orto e […]

via L’Uomo Del Monte ha detto: “Si!” — joseph pastore maker

IL PROGETTO


habitat

Avevo promesso di tradurre l’articolo dei blogger francesi, dopo quasi 40 anni dalla fine dei miei percorsi scolastici non è facile tradurre in modo impeccabile, forse non ero molto bravo nemmeno a scuola. Ora c’è google e altri programmi che ci danno una mano.
E mentre mi adoperavo a tradurre gli amici francesi pubblicano il loro progetto in inglese !
Non ce la posso fare !!!

ecco il link al blog attuale, in lingua inglese :
https://coupdepoucepourlaterre.wordpress.com/english/the-project/

e qui di seguito l’articolo tradotto e l’orginale postato tempo fa in lingua francese
e….. quando imparo a mettere le lingue nel blog vi faccio un fischio !!!!!!

Progetto

Il viaggio che noi stiamo intraprendendo mira a soddisfare progetti avendo tratti al concetto di sviluppo sostenibile europeo. La nascita di questo progetto è dovuto alla nostra sensibilità per i diversi movimenti come quello della transizione da Rob Hopkins, uno del deperimento o addirittura felice sobrietà di Pierre Rabhi, ecc. Vogliamo incontrare, per arricchire e condividere le idee di queste persone in cerca di coerenza tra la loro vita, il loro lavoro e questioni ambientali attuali.

Questi progetti riguardano ambiente così com’è , agricoltura, energia, cibo, salute, economia, vita in comunità ecc.

I governi si coprono il volto rispetto al clima, cosa ne pensano i cittadini? Troppe decisioni politiche sono gestite da pochi grandi gruppi ultra ricchi senza etica, agricoltura, sanità, energia ecc sono le vittime principali, ma cosa ne pensano i cittadini? Crediamo che le soluzioni debbano venire “dal basso”, quindi cerchiamo di incontrarli.

Il coraggio di questi pensatori ci interessano molto di più che le ultime notizie di un governo che, di interferenza, vorrebbe governare una nazione, un continente o addirittura un pianeta. Il territorio deve essere più importante proprio ora! I progetti che visitiamo sono connessi al loro territorio, servirà a lui e viceversa.

Gestione da parte dei cittadini direttamente in un dato territorio!

Nell’ambito di questi progetti, come sono tutti i problemi attuali? Vogliamo essere osservatori dall’ interno e testimoniare. In questi progetti, gli stessi problemi sicuramente saranno in primo piano, che sarà solo arricchire e diversificare le risposte a queste domande, ognuno sarà in grado di trovare il cibo ai suoi pensieri. Tale ispirazione è originata dalla nostra testimonianza, in modo che siamo attenti e critici nelle nostre descrizioni. Se i luoghi visitati desiderano fuggire dal sistema omogeneo occidentale, come fanno? Reinventare quindi economia, cibo, energia, istruzione, lavoro, comunità? Come fluiscono i loro pensieri? Quali sono le priorità?

Inoltre, i nostri studi ci hanno portato a un certo livello di conoscenza e ci consentono di qualificare le posizioni di copertura preferite in agricoltura, linee guida di gestione forestale, ecc., ma non sappiamo nulla dei lavori verso i quali orienteremo i nostri sforzi ed è abbastanza insopportabile! Sarà necessario anche per noi imparare ad utilizzare le nostre mani e conoscere i mestieri per cui abbiamo a volte decisioni da prendere. La cultura è principalmente manuale.

Tra questi progetti iniziatori di un nuovo mondo, qualche conoscenza continua dopo secoli di sviluppo. Queste pratiche sono attualmente schiacciate da un’omogeneizzazione dettata da livelli gerarchici superiori. Ignoranti o ciechi per la meravigliosa diversità e l’immensa necessità di queste pratiche, governi, Europa e loro corruzioni sono immersione nell’oblio durante questi anni di riflessione e di sviluppo. È quindi la maggiore importanza è farle tirare fuori la testa dell’acqua e che le loro voci siano ascoltate. Siamo tutti orecchie!

Le projet

L’objectif du voyage que nous entreprenons est de rencontrer des projets ayant traits au concept de développement durable européen. La naissance de ce projet est du à notre sensibilité pour différents mouvements comme celui de la transition de Rob Hopkins, celui de la décroissance, ou encore celui de la sobriété heureuse de Pierre Rabhi, etc. Nous voulons rencontrer, s’enrichir et faire partager les idées de ces personnes en recherche de cohérence entre leurs vies, leurs travaux, et les problématiques environnementales actuelles.

Ces projets peuvent donc toucher à l’environnement en tant que tel, à l’agriculture, à l’énergie, à l’alimentation, à la santé, à l’économie, à la vie en communauté etc.

Les gouvernements se voilent la face par rapport au climat, qu’en pensent les citoyens ? Trop de décisions politiques sont manipulées par quelques grands groupes ultra riches sans éthique, l’agriculture, la santé, l’énergie etc. en sont les principales victimes, mais qu’en pensent les citoyens ? Nous sommes persuadés que LES SOLUTIONS VIENNENT « DU BAS », nous allons donc les rencontrer.

Le courage de ces penseurs nous intéressent bien plus que les dernières news d’un gouvernement qui par ingérence voudrait régir une nation, un continent voire une planète. Le TERRITOIRE doit avoir plus d’importance dès maintenant ! Les projets que nous visiterons seront ancrés dans leur territoire, le serviront et vice versa.

Une gestion venant directement des citoyens dans un territoire donné !

Au sein de ces projets, comment sont repensés les problèmes actuels ? Nous voulons en être observateurs de l’intérieur et témoigner. Dans ces projets, les mêmes questions seront surement avancées, ce qui ne fera qu’enrichir et diversifier les réponses à ces questions, chacun pourra y trouver alimentation à ses pensées. Que l’INSPIRATION naisse de notre témoignage, donc que nous soyons critiques et minutieux dans nos descriptions. Si les lieux visités souhaitent s’échapper du système homogène occidental, comment s’y prennent ils ? Comment réinventent ils l’économie, l’alimentation, l’énergie, l’éducation, le travail, la communauté ? Comment sont menées leurs réflexions ? Quelles sont les priorités ?

De plus, nos études nous ont menés à un certain niveau de connaissance et nous permettent de pouvoir prétendre occuper des postes où nous déciderons d’orientations de gestion agricole, forestière, etc. mais nous ne connaissons rien aux métiers dont nous orienterons la gestion et c’est assez insupportable ! Il s’agira aussi pour nous d’apprendre à nous servir de nos mains et de connaître les métiers pour lesquels nous aurons parfois des décisions à prendre. La culture est avant tout MANUELLE.

Parmi ces projets initiateurs d’un nouveau monde, certains poursuivent les SAVOIRS de siècles de perfectionnement. Ces pratiques sont actuellement écrasées par une homogénéisation dictées par les hautes sphères hiérarchiques. Ignorantes ou aveugles devant la magnifique diversité et l’immense nécessité de ces pratiques, les gouvernements, l’Europe et leurs corruptions font plonger dans l’oubli ces années de réflexions et de perfectionnement. Il est donc d’importance majeur de leur faire sortir la tête de l’eau et que leurs voix soient écoutées. Nous sommes toute ouïe !

E nel mentre, la vita fugge.


Chiara ! complimenti, molto bella ! ribloggo ben volentieri.
Ho solo un piccolo appunto per la prossima !
Siamo responsabili della comunicazione come lo siamo del nostro dolore. Possiamo scegliere, qui ed ora. Dipende da noi.

squarcidisilenzio

1 (2)

Troppo spesso si resta più incollati al dolore che al bene.
Perché il dolore fa più male del bene che fa il bene.
Ci si sofferma sulle cose passate, quelle logore, finite, più che a quelle nuove e pulite.
Perché il ricordo bussa più forte del presente e grida, sommessamente grida.

7

Scaviamo nelle cose, restiamo con un pugno di domande inespresse in tasca, entriamo nei fatti, perlustriamo.
Senza illusioni di riscatto, alla ricerca del nulla chè insondabile è l’animo umano.
E nel mentre, la vita fugge.

Chiara

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