LA ZUPPIERA


fico-frescoLA ZUPPIERA

-Ciao! Sono Letizia, sono venuta a prendere i kiwi-

-Eccoli, sono qua sul baule prendine una confezione, sono tutte da cinque kg. Sono stato stamani dal produttore. Era un freddo becco. Ne devo distribuire ottanta kg. Io vedo sempre le tue mail, tu al gruppo di acquisti sei referente della carne, non ci eravamo mai incontrati.-

-Si, non è molto che sono nel gruppo, sono di un paese vicino, non ero mai venuta da te a casa, ma che bella zuppiera sul baule!-

Letizia punta decisamente lo sguardo su quel soprammobile ormai lì da anni, circondato dalle confezioni di kiwi da consegnare. Non posso che dare maggiori informazioni sull’oggetto.

-Era di mia nonna, questa era completa e allora l’ho messa in vista, ne avrei un altra molto più antica, ma era senza coperchio.-

-Sono oggetti molto belli, io me ne intendo-

Io pensavo fosse  Ginori  e lei invece prende rapidamente la zuppiera, l’alza e scruta curiosa il timbro, poi afferma felice :

– É Laveno ! , ha comunque un discreto valore.

Ecco che mi si apre il canale dei ricordi, quando quella zuppiera era nel salotto, la parte più fredda della casa, esposta a nord, ma adatta alla conservazione dei cibi, specie quelli che non vanno messi in frigorifero, ma nemmeno dimenticati.

La zuppiera era sopra ad un mobile in palissandro anni ‘50, ce la metteva la nonna in Ottobre appena aveva finito di preparare la sua specialità: i fichi caramellati.

Il fico dietro casa al massimo della produzione in settembre ci regalava panieri colmi di fichi, quell’albero dalla corteccia grigia, liscia, riesco ancora vederlo, nella memoria fotografica.

I ricordi vanno alimentati e sostenuti come i bambini piccoli. Non posso raccontare a Letizia le immagini che mi scorrono nella mente, allora le scrivo, mentre mi affaccio alla finestra e lo vedo, l’albero della mia infanzia, piantato prima che io nascessi, ci montavo da piccolo con mio padre, mi insegnava a cogliere i fichi. Oltre a dotarmi di una robusta scala in legno mi ero provvisto di una forcella costruita con una canna; un attrezzo speciale per cogliere i fichi da terra.

Il fico ne produceva una notevole quantità, li regalavo alle signore del vicinato, ma la nonna ci faceva anche la marmellata e i fichi secchi caramellati.

Quest’ultimi poi li metteva nella zuppiera di porcellana, non duravano molto, c’erano molti ghiotti in casa e non andavano mai a male.

Sono trenta anni che il fico è stato abbattuto, ma ancora vive nei ricordi, ogni tanto qualche oggetto di casa fa riaffiorare con forza le sue immagini.

Quando ripeschi un oggetto particolare è come ritrovare un figliol prodigo, lo riprendi tra le mani, con delicatezza, pensi ai morbidi e dolci fichi caramellati, alle persone care.

Non capita spesso di vagare nei ricordi alla ricerca di un oggetto, magari un oggetto che rappresenti la famiglia.

Niente più di un oggetto ci può ricordare chi non è più con noi.

CARNEVALE


costume-pirata-uomo

IMG DAL WEB

CARNEVALE

Non sono uscito. Per non sentirmi in colpa penso :
– Non tutti escono, molti rimangono in casa, avranno le loro ragioni ! –
Apro il cassetto dei ricordi e i pensieri si concentrano su quel gruppuscolo di individui visibilmente agitati. Li osservo e già mi chiedo come mai adulti non mascherati, ma conciati abbastanza male, gironzolano fra le vie tappezzate di coriandoli. Roba da ragazzi. Che ci fanno loro ?
Son sempre stato una persona che se può evitare i casini, li evita, tipo Don Abbondio, che scansava anche i sassi per la via.
Nel vedere i tipi alterati, ma curioso come sono incontro un amico e gli chiedo che ci fanno a giro e se non sembra loro di essere troppo grandi.
L’amico mi risponde :
– Il fatto è che sono stati coinvolti in scherzi “pesanti” e alla fine da scherzi sono diventati cose serie –
– Ma come ! Non ci posso credere ! – ribatto all’amico.
E lui :
– Da una manciata di coriandoli a delle stelle filanti, a una manganellata, son passati a pistola ad acqua e poi….è arrivato uno con la farina !!! –
– Ah ! Ah ! Ah ! E che volevano fare ? Il pane ? – rispondo io.
– Si sono incazzati di brutto perché avevano dei vestiti costosi e glieli hanno rovinati, poiché ritengono di avere avuto dei danni ora vogliono fare lo stesso a tutti quelli passano.-
Certo mi chiedo cosa ci fossero andati a fare a giro per carnevale con i vestiti costosi, per cercare grane ?
Anche se…. è vero che ognuno può andare a giro come crede in un paese civile, senza problemi.
Questa la sintesi dei fatti riepilogata dall’amico mentre si sta facendo buio e i ragazzi mascherati se ne vanno a casa.
Oggi dovrebbe valere il proverbio :
– A carnevale ogni scherzo vale ! –
Non è mica il giorno di :
– occhio per occhio e dente per dente ! –
Questa è la mia visione per i fatti accaduti e il breve commento all’amico.
Lui deluso come me dal comportamento inaspettato del gruppetto composto da arrabbiati abbestia, si incoraggiano l’un l’altro, hanno subito danni, comprato tre kg di farina, si sono dotati di spruzzini di acqua e … tutti quelli che passano….li conciano da far schifo. Con i vestiti bianchi di farina e i visi sembrano quelli dei pagliacci quando si fanno il cerone, sono davvero buffi, ma ridergli in faccia diventa molto pericoloso.
Mentre svanisce il fumo dei ricordi chiudo il cassetto e davvero non sapevo più se ridere o scappare a gambe levate per non farmi trovare dai loschi figuri.
Me ne stetti lì come un imbecille ad osservare gli adulti ritornati bambini con la determinazione dell’interprete del film di V per Vendetta e ti potevi nascondere solo nella bara.
Decisi che quella festa non era mia, e che spesso ci vuole un po’ di cervello anche per chi non ce l’ha.
Come quando guidi in auto, devi stare attento a te, ma spesso conviene fare attenzione anche a chi hai intorno o proviene dalla parte opposta, perché di briachi a giro ce n’è sempre tanti.