GOCCE GEMELLE


gocce

img dal web

GOCCE GEMELLE

Siamo come delle gocce, e prima di diventarlo davvero, magari c’è voluto anche tanto tempo.
Dall’unione di tante gocce si formano acque fresche pronte a dissetare i bisognosi, acque che lavano, purificano, irrigano, detergono.
Poi altre gocce si fanno prendere dalla fretta, spinte da eventi che non possono controllare, seguono canali impetuosi, provocando danni incalcolabili.
Mi sono trovato, goccia nel mio paese, a riunirmi ad altre gemelle e ancora altre venute da lontano, ed è stato bellissimo quando ho scoperto che certe gocce sono intelligenti, disponibili, ma soprattutto si forma empatia fra le stesse.
Un’introduzione forse fuori luogo per parlare di gemellaggio tra paesi, un’attività che può sembrare marginale, ma che per pochi giorni, nel mio paese ha impegnato molti amici.
Ci siamo trovati a ricambiare l’ospitalità del viaggio effettuato in Marzo, in Francia, nella città alsaziana di Guebwiler, e liberati da ogni dosatore e senza pensare a quanto avessimo ricevuto, ci siamo preoccupati di dare informazioni, indicazioni, guidarli alle eccellenze del nostro patrimonio artistico, le nostre attività produttive, la gastronomia, la cucina, l’economia.
Sono rimasti molto contenti, ce lo hanno confermato nell’assaggiare i prodotti della cucina toscana, o ammirare i paesaggi della campagna toscana, le ville, i castelli, le chiese, i musei, i prodotti dell’industria locale.
Molte sono state le domande, da queste è emerso il confronto, quando ci si confronta si possono apprezzare percorsi diversi dal nostro se conducono a soluzioni migliori.
Un componente del gruppo francese spesso si animava di un mantra :
– non esistono problemi, esistono soluzioni ! –
Abbiamo confrontato le caratteristiche e peculiarità dei due paesi come i ragazzi quando confrontano le collezioni di figurine e riescono a completarle con gli scambi.
Come se ognuno dei due paesi avesse dovuto ultimare un enorme puzzle senza conoscere il disegno definitivo.
Il fatto di conoscere ed apprezzare altre culture non ci deve distogliere dal dimenticare la nostra identità.
Su questa prima di tutto occorre riflettere.
Allora prima di pensare quello che ci divide (e mi riferisco a idee politiche, razziali, antipatie personali) occorre mettere in campo ciò che unisce.
Solo quando queste barriere saranno abbattute si potrà parlare, confrontarsi e allora le gocce potranno unirsi ancora e formare un’acqua dissetante e corroborante.

GOUTTES JUMEAUX

Nous sommes comme des gouttes, et avant de devenir vraiment, peut-être il faut trop de temps.
Beaucoup de gouttes sont formées par l’union de l’eau fraîche prête à étancher les nécessiteux, lavage à l’eau, nettoyer, rincer, nettoyer.
Ensuite, plus de gouttes se hâter, entraînée par des événements qu’ils ne peuvent contrôler, suivre les canaux impétueux, causant des dommages incalculables.
Je me suis retrouvé, goutte dans mon pays, de se réunir avec d’autres jumeaux, et d’autres encore viennent de loin, et il était beau quand je découvre que certaines gouttes sont intelligents, disponibles, mais surtout il forme l’empathie entre eux.
Présentation peut-être sur place pour parler de jumelage entre les pays, une activité qui peut sembler marginal, mais pour quelques jours, dans mon pays, a commis beaucoup d’amis.
Nous avons dû redonner l’hospitalité du voyage en France, q’on a fait dan le mois de Mars, dans la ville alsacienne Guebwiler, et se débarrasser de tous les doseurs, et sans penser à ce que nous avions reçu, nous étions inquiets de donner des informations, les directions, les guider à l’excellence de notre patrimoine artistique, nos activités de fabrication, la gastronomie, la cuisine, l’économie.
Ils étaient très heureux, nous avons confirmé dans l’échantillonnage des produits de la cuisine toscane, ou admirer les paysages de la campagne toscane, villas, châteaux, églises, musées, produits de l’industrie locale.
Il y avait beaucoup de questions, il est ressorti de ces comparaisons, lorsqu’ils sont confrontés, vous pouvez apprécier des chemins différents de notre si elles conduisent à de meilleures solutions.
Un membre du groupe français souvent animé par un mantra:
– Il n’y a pas de problèmes, il y a des solutions! –
Nous avons comparé les caractéristiques et les particularités des deux pays que les garçons lorsque l’on compare les collections de figurines et parviennent à les compléter avec les échanges.
Comme si chacun des deux pays avaient dû remplir un énorme puzzle sans savoir la conception finale.
Le fait de connaître et d’apprécier d’autres cultures ne doivent pas nous empêcher d’oublier notre identité.
Sur ce premier de tous, il doit refléter.
Donc, avant de penser à ce qui nous divise (et je me réfère à la politique, la race, aversions personnelles) doivent être mis en place ce qui unit.
Seulement lorsque ces obstacles seront démolis vous pouvez parler, discuter, et puis le gouttes à nouveau et se rejoignent pour former une trempe à l’eau et vivifiant.

FESTA


festa

Img dal web

FESTA

Quando penso ad una festa, la mia mente evoca momenti spensierati, relax o comunque momenti felici.
L’origine della festa ha radici storiche, la si faceva coincidere con i momenti di riposo o comunque non di lavoro.
Negli ultimi anni è diminuito molto in Italia il numero delle persone che lavorano, e le feste hanno subito un calo di presenze dovuto principalmente al calo della qualità dei contenuti delle feste.
Gli organizzatori, gli enti pubblici o privati hanno destinato minori risorse agli eventi e ne sono risultati spesso dei fallimenti rispetto alle aspettative.
Dal mese di Maggio fino a Settembre di ogni anno in moltissimi paesi si susseguono feste, sagre, mercatini cene in piazza, e se le feste non esistono.. si inventano e….. perché ??
Sono a qui a discernere, rievocare le ragioni della spinta a far festa.
In fondo se non è un giorno di lavoro, se voglio stare insieme ai miei compaesani, se mi voglio divertire, se voglio condividere la gioia di far festa, allora magari partecipano anche turisti stranieri o italiani.
Cosa succede ?
La festa diventa un luogo di incontro di persone con attività diverse.
Si riscoprono i vecchi lavori, gli lavori artigianali e i saperi vengono condivisi.
Ho visto tante feste cominciate per caso…..non finiscono il primo anno !
Se piacciono l’anno successivo vengono rifatte , e anche migliori di prima.
L’anno successivo gli inventori apportano migliorie e se ci sono errori organizzativi vengono risolti.
E una festa può diventare un lavoro !
Per gli organizzatori è abbastanza gravoso pensare a tutto, alla sicurezza, i parcheggi, la pubblicità, i rapporti con i commercianti, le autorizzazioni, il traffico, ma soprattutto combattere con gli ostili al nuovo ed al cambiamento.
Ecco che giovani eclettici, pensionati eruditi, storici appassionati, si tuffano nel passato, analizzano la storia del proprio paese, la passano a setaccio.
La ricerca ha effetti straordinari, si ritrovano feste di centinaia di anni fa e….vengono fatte rivivere, oppure si modificano e reinventano feste del passato, ci si inventa un palio che non esisteva, o si fanno correre le le rane o i ciuchi, o galline e soprattutto i ragazzi si divertono.
Come partono queste iniziative ?
Nei modi più strani, basta un componente della p.a., un comitato di cittadini, o di genitori, associazioni culturali, sportive, religiose, oppure pescatori o cacciatori.
Ricette per una bella festa ce ne sono a volontà.
Possono essere personalizzate da chi le organizza.
Uno degli ingredienti essenziali è la condivisione.
Mi è capitato di osservare feste organizzate da qualcuno e snobbate dal compaesano magari perché di idee politiche o religiose diverse.
La festa è l’espressione di quel che siamo; l’entusiasmo con il quale riusciamo ad organizzarle ne aumenterà la condivisione.
Ho partecipato a cene all’interno di sagre dove il numero dei posti a sedere del ristorante era superiore al numero degli abitanti del paese e vi garantisco che non c’erano ristoratori esterni.
I costi delle sagre paesane sono abbastanza contenuti, alimentano il turismo e comunque la percezione di felicità aumenta la qualità della vita del paese stesso.

E allora….. facciamoci una festa !

Volontariato ambientale: riflessioni


ambiente_albero in mano

IMG DAL WEB

Volontariato ambientale: riflessioni
In questo mondo noi siamo ospiti e come degli ospiti possiamo comportarci in vari modi. Possiamo essere attenti e rispettosi, distratti e un po’ cialtroni o vandali opportunisti. L’uomo nell’ultimo secolo ha modificato in modo determinante il nostro pianeta, il corso dei fiumi, i paesaggi, le strade, le foreste, tutto in nome del progresso e forse anche per voler lasciare una traccia del suo passaggio. E’ cambiata la struttura della società, il modo di lavorare, tante cose sono migliorate, l’alimentazione più ricca ha permesso di vivere più a lungo, con l’aiuto delle scoperte della scienza e della medicina sono state sconfitte molte malattie, è cresciuto il livello d’alfabetizzazione, il benessere, almeno in una certa parte del mondo, si è diffuso. Molti cambiamenti hanno influito sulla vita di ognuno di noi in modo negativo, l’inquinamento, lo stress, le varie forme di violenza sulla persona.
Alcuni cambiamenti hanno interessato in modo determinante l’ambiente.
Ma cos’è l’ambiente?
Ambiente è dove viviamo, ma anche ciò che si usa, si mangia, si beve. Conoscerlo meglio sarebbe utile a tutti, rispettarlo, modificando alcuni comportamenti dannosi, assolutamente opportuno.
Ma per quale ragione cambiare comportamenti ed abitudini? rinunciare alle nostre comodità ? perché dobbiamo fare qualcosa ? chi ci obbliga ?.
Se la società in cui viviamo ci ha fin qui consentito un comportamento egoistico, quale potrebbe essere la giusta motivazione per far “muovere” le coscienze di coloro che da sempre hanno criticato chi opera in modo corretto, chi si adopera per lasciare ai nostri figli qualcosa di più di un pianeta pattumiera, di una terra sconsideratamente sfruttata, violentata e depredata.
Mosso da queste considerazioni, che vorrei definire “umanitarie”, perché credo che chi ama l’ambiente ama anche chi ci vive, nel 1995 insieme con altre persone ho partecipato alla fondazione di un’associazione di volontariato che si occupa di “ambiente”. L’associazione in un primo tempo prosperava, riunioni numerose, molti aiuti d’ogni genere, anche in denaro, lavori prestati gratuitamente, molte idee, partecipazione a corsi in centri specializzati per la soluzione delle problematiche ambientali più comuni, insomma, partecipazione, attivismo, fervore appassionato. Proprio durante uno dei corsi che ho citato intervenne un Avvocato. Egli si chiedeva perché ci fosse il volontariato, a cosa servisse realmente, insomma, cercava di capire perché la gente si riunisse in associazioni di volontariato.
Era naturalmente una domanda retorica, lui sapeva già la risposta.
Il volontariato nasce e si sviluppa quando uno Stato è carente in certi servizi essenziali, allora la coscienza civile si incrementa, si adopera, e fa di tutto per “tamponare” le falle dello Stato, è qui che intervengono le associazioni di volontariato che si organizzano e talvolta fanno meglio dello Stato stesso perché riescono a cogliere in pieno le attese dei cittadini. L’Avvocato continuò a parlare in termini spiccioli: chi dà al volontariato, toglie a qualcun altro, nella fattispecie se si tratta di un padre di famiglia, toglie alla famiglia, e cosi’ via … Anche questo era verissimo, anche solo andare alle riunioni è stato per me un impegno non indifferente, avevo la figlia piccola, sarei stato volentieri con lei la sera, durante il giorno lavoravo fino a tardi e dopo cena non le potevo dedicare nemmeno un poco del mio tempo. Quell’Avvocato aveva ragione !. L’associazione che abbiamo fondato nel 1995 si è sciolta dopo pochi anni.
Potrò in cosi’ poco spazio riepilogare il lavoro effettuato?. Non credo, forse non è nemmeno necessario. Posso però lanciare un appello affinché il lavoro di tanta gente non sia gettato alle ortiche.
Valorizzare il proprio ambiente, ecco quello che ciascuno di noi dovrebbe fare. Integrarsi con l’ambiente, restringere l’ambito delle attività ad un’area precisa ed appoggiare chi da sempre ha lavorato e lavora per valorizzare gli ambiti locali. Non dico che non sia importante devolvere dei soldi al WWF per un programma di salvataggio delle balene, ma come sono lontane le balene dal nostro mondo della Valdelsa !. Quante iniziative da intraprendere nelle nostre zone per fare qualcosa d’utile all’ambiente: la base di partenza per cominciare potrebbe essere quella tentare di lasciare l’ambiente dove viviamo come l’abbiamo trovato. La legge stabilisce che il volontariato non deve sostituirsi alla pubblica amministrazione, non deve esercitare la libera concorrenza con aziende private. Ma allora che cosa deve fare, se poi le pubbliche amministrazioni non condividono i “programmi” che le associazioni riescono a ritagliare nei già ristretti campi d’azione a loro riservati. Per la salvaguardia dell’ambiente ci sono due modi di operare, il primo repressivo, il secondo preventivo. La repressione è un compito che spetta agli addetti, le autorità possono elevare multe, effettuare sequestri. In Italia c’è una realtà abbastanza eterogenea per la vigilanza ambientale. Ci sono delle associazioni di volontariato denominate Guardie Ecologiche in varie regioni d’Italia, a Piacenza, circolano in uniforme, sembrano dei marescialli e chiedono che il Prefetto affidi loro incarichi di polizia giudiziaria, con questa facoltà potrebbero perfino disporre un sequestro !. L’uniforme per un volontario con compiti di vigilanza sarebbe un buon deterrente, il cittadino italiano non indossa le cinture, ma se vede la polizia se le mette, potrebbe funzionare anche con l’ambiente !.Nella Provincia di Milano ci sono oltre duemila volontari, presenziano i parchi e il Lambro; grazie anche alla loro presenza i visitatori si comportano meglio del solito. Un volontario di un’associazione se volesse fermare un individuo mentre scarica una cisterna di olio esausto in un bosco, non avrebbe più potere di un altro cittadino.
Desidero mantenermi un mite ambientalista, non mi interessano poteri particolari.
Nel continuare a narrare dell’associazione, devo rilevare che è mancato probabilmente il coordinamento di un’organizzazione a supporto dei volontari. Avevamo esaurito le capacità propositive; nessuno ci ha fornito gli spunti e i suggerimenti necessari.
Posso affermare con tranquillità che non c’è mancato il denaro, ma le idee, sono queste la vera ricchezza delle associazioni. L’attività svolta con maggior passione nell’associazione in cui ho prestato servizio in questi anni è stata l’educazione ambientale, si tratta, infatti, del modo di operare preventivo. Le scolaresche sono state accompagnate in escursioni da noi volontari. C’era un fervore da parte nostra nell’informarsi sulle specie di piante, razze animali del territorio, tipologia del terreno, storia locale, in modo che le domande dei piccoli non restassero senza risposta. L’educazione è un punto cardine non solo dell’aspetto ambientale, ma umano. Poter gettare le basi per un’organizzazione avente lo scopo di seguire lo sviluppo formativo degli studenti a partire dalle scuole elementari, sarebbe un progetto bellissimo. La scuola in questo caso sarebbe il campo di lavoro, e non dovrebbe collocarsi come la fruitrice primaria di un servizio, ma partner per la realizzazione dei programmi più svariati. Per prima cosa occorrerebbero gli insegnanti giusti, volontari e non, è infatti essenziale la qualità del servizio fornito, ad un progetto del genere potrebbero senza dubbio partecipare associazioni esistenti che ora spaziano dall’archeologia alla storia locale. Il fiume Elsa potrebbe diventare un buon argomento per le nuove generazioni, la sua storia, la forza dell’acqua, la costruzione dei mulini lungo le rive del fiume, la caparbia ostinazione a vivere in zone sottoposte ad inondazioni. Anche la raccolta differenziata potrebbe diventare materia di educazione ambientale. Facciamola tutti !. La Publiser sta lavorando bene per diminuire la quantità di rifiuti affidati alle discariche, occorre fare in modo che debbano essere pensati come “risorse”. Mi auguro che non ci sia bisogno delle multe (come in Austria) a chi non mette i rifiuti in uno dei sette cassonetti affidati ad ogni famiglia. Per il futuro si stanno delineando scambi di esperienze ed informazioni tra paesi di tutto il mondo. Internet è una realtà, la rete, alla quale tutti i comuni della Valdelsa hanno aderito, potrà senz’altro fornire informazioni a chi ne ha bisogno e carpire idee da chi è più bravo di noi!.