CAMBIO


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CAMBIO

Giovanni aveva cercato sempre di pensare agli altri. Durante il suo lungo percorso lavorativo gli avevano richiesto di gestire persone e cose. Aveva sempre eseguito tutto al meglio.
Qualche volta si era attirato l’odio di certe persone. Non si può accontentare tutti.
Lo sapeva.
Aveva un dono, era dotato di un senso di visione.
Lavorava per immagini, e come in un film, quando gli si accendeva la lampadina, queste gli scorrevano veloci.
La velocità, altra sua dote. Nei suoi disegni immaginari metteva gli altri e l’azienda, arrivava dove altri avrebbero impiegato anni.
Nella famiglia non era andata bene come nel lavoro. Una compagna le era stata accanto per molti anni, poi il destino gliel’ aveva portata via. Non pianse. Non era un uomo di ghiaccio, sapeva però che dolersene troppo non gli sarebbe servito. Lui non aveva colpa di ciò.
Gli era solo accaduto.
Ed eccolo lì, con il suo lavoro, sempre calato nel quotidiano, solo, con il solo scopo di raggiungere obiettivi. Non gli bastava più.
La sua modalità di obiettivi per immagini l’aveva aiutato, ora però si stava rendendo conto di quanto fosse effimera, troppo fine a sé stessa.
Aveva iniziato anche un percorso attivo nel volontariato, non era sufficiente.
C’era ancora un senso di incompletezza.
Doveva cambiare la sua modalità, non gli era molto utile in quel momento.
Giovanni iniziò ad ascoltare, e non che fosse sordo prima, solo che cambiò la sua disposizione all’ascolto. Le relazioni ne beneficiarono molto.
Lui stesso capì che anche solo ascoltando le persone gli si dava valore, queste come per magia si aprivano come vongole in padella.
Giovanni iniziò un periodo felice di proficui rapporti.
Aveva capito come modificare il suo viaggio iniziando un nuovo percorso.
Per arrivare ad una certa consapevolezza non è facile.
C’è chi se la determina fin dall’infanzia, chi ci arriva alla soglia degli anta e anche chi non ci arriva mai.
Non è detto che ci si debba arrivare tutti. Non è obbligatorio. Nemmeno ci si deve arrivare con la forza.
Un detto toscano recita :
– per forza non si fa nemmeno l’aceto !-
Giovanni non me l’ha raccontata tutta, non mi ha voluto dire che cosa l’ha aiutato a cambiare.
Secondo i miei calcoli è successo circa un anno fa, non sono sicuro.
E poi in fondo non è cambiato, ha solo scoperto un nuovo modo di essere, e ora gli piace molto.
Mi sto chiedendo quale chiesa, setta, organizzazione o guru abbia potuto influire tanto su di lui.
Dentro di me ho una punta di invidia per Giovanni.
Non è facile trovare spunti giusti nel percorso di vita.
E’ come rifare il motore dopo 200.000 km, magari ci sarà bisogno dei freni, ma intanto vai alla grande.
Nei prossimi giorni voglio chiedere a Giovanni se mi rivela il suo segreto.
So benissimo che non è detto che poi funzioni con me.
Se me lo svela sono certo che la mia curiosità mi spingerà ancora una volta a rischiare e mettermi in gioco. Carpe diem !

p.s. Giovanni non esiste e ogni riferimento a persone e cose è puramente casuale !

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